Teresa con la sua voce intensa, piena di sentimento, piena di mondi da narrare, racconta un tempo che non e' piu', ma che impasta il nostro quotidiano di oggi piu' di quanto riusciamo a percepire, questo viaggio nel suo mondo e' un invito a guardare avanti, con radici ben piantate e rami protesi verso il futuro . . .
" Quando conobbi Teresa Viarengo non immaginavo certo quanto grande fosse il suo amore per il canto e quanto esteso il suo repertorio. . .
Grazie al lavoro di Franco Coggiola che mi aveva passato le sue prime registrazioni fatte con il glorioso Gelosino, nell'arco di tre anni scoprii un repertorio di oltre trecento ballate e canzoni, dai materiali arcaici fino alle canzonette dialettali e italiane dell'Ottocento e del Novecento, forse il piu' esteso repertorio individuale in Europa e certo uno dei piu' importanti per la ballata e la canzone narrativa in generale . . . "
R. Leydi
Chi e' per me Teresa Viarengo?
Da molti e' stata definita 'cantante', 'depositaria della tradizione popolare piemontese', 'cantante tradizionale astigiana', etc. ecc.; ma per me era semplicemente la nonna.
I ricordi di bambino, anche se oramai lontani nel tempo, sono quelli di una persona anziana, una tranquilla casalinga che aveva allevato tre figlie (mia madre e le due zie), che passava le sue giornate in casa facendo i lavori domestici, raccontandomi storie e aneddoti del passato. Ricordo ancora come se fosse ieri le storie del brigante Maino della Spinetta, quelle sulle virtu' e sui difetti dei contadini, le storie delle due guerre ma piu' di tutto ricordo le sue canzoni.
Ballate che parlavano di principi, di principesse, di nobili, di uomini e donne comuni che mi facevano fantasticare e riflettere su un mondo lontano negli anni ma, tutto sommato, molto vicino a noi nei concetti e nelle emozioni.
Alcuni di quelle canzoni le imparate anch'io, le ricordo e le canto ancora oggi per me stesso, con nostalgia.
Ricordo anche che un bel giorno arrivano due signori, Roberto e Franco che passarono mesi interi a registrare su un vecchio Gelosino tutto quello che la nonna ricordava. (si trattava di Roberto Lejdi e Franco Coggiola)
Riemersero cosi' dalla sua memoria storie d'amore e di violenza, di pace e di guerra, di diavoli e santi, di satira e politica, e tantissimi altri argomenti.
La ricordo anche, qualche tempo dopo a Torino, al teatro Alfieri invitata ad uno spettacolo a cui partecipavano la Daffini , il duo di Piadena ed altri affermati interpreti della canzone popolare italiana, salire sul palco e cantare le sue canzoni come se fosse stata in casa di fronte ai fornelli; disse solamente prima di salire 'anduma a cante' (andiamo a cantare).
Ho capito crescendo che quelle canzoni in realta' rappresentano la nostra radice, il ricordo di quello che siamo stati attraverso le generazioni che hanno preceduto.
Purtroppo, malgrado molti tentativi fatti nel tempo, non sono mai riuscito ad ottenere una copia di quelle registrazioni. Copia che vorrei tenere solo per un ricordo personale e non di sicuro per trasformarle in spettacoli che a volte, come mi e' capitato di ascoltare, hanno stravolto completamente il senso, l'armonia e le motivazioni per cui queste canzoni sono nate.